Vi siete mai chiesti come mai alcuni animali hanno l’olfatto più sviluppato di quello degli esseri umani? Come fanno a sentire odori che il naso umano non riesce a percepire?
I cani, per esempio, riescono a sentire l’odore di altri cani che si trovano lontani da loro o il profumo di fiori, di cibo e tanto altro ancora che noi non riusciamo a sentire né tanto meno vedere. Questo accade perché gli esseri umani hanno nel naso un numero di recettori (le cellule che servono a mandare al cervello i segnali olfattivi che poi vengono tradotti in odore), di gran lunga inferiore a quello degli animali: 5 milioni contro 220 milioni dei cani.
Come funzionano i recettori? Per capirlo dobbiamo seguire il percorso dell’aria. Nel momento in cui entra nel naso attraverso le narici, l’aria si imbatte in uno spesso strato di cellule formato da milioni di recettori dell’olfatto. Essi si diramano attraverso il bulbo olfattivo, che può essere paragonato a un polpo con mille tentacoli e che, in pratica, mette in contatto il cervello con l’atmosfera.
Quando un recettore cattura un odore, manda subito un impulso al cervello, che traduce l’impulso in una sensazione olfattiva.
Ma perché i cani (e alcune volte anche noi umani, se sono abbastanza intensi) sentono odori che si creano lontano o sono prodotti da cose così distanti o nascoste che non si vedono neppure? La spiegazione è semplice: gli odori sono delle molecole volatili. Ecco perché se il vento proviene dalla direzione di una torta appena sfornata… il profumo raggiunge immediatamente il naso. Mentre se, al contrario, il vento proviene da dietro e la fonte dell’odore è davanti a noi di noi non percepiamo alcun odore.