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Il silenzio che cura: un rimedio per i cani traumatizzati

il silenzio

In questo articolo vorrei parlare di recupero psicologico nei cani affetti da trauma d’ abbandono oppure provenienti da esperienze prolungate di soggiorni in canili lager. Il silenzio che cura è qualcosa che ho avuto la possibilità di sperimentare io stessa nel mio lavoro di recupero comportamentale canino.

Cos’è il trauma?

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Il trauma psicologico si ha come conseguenza di un evento (o una sequenza di eventi) con caratteristiche tali da interrompere la continuità normalmente avvertita da un soggetto tra esperienza passata ed intenzionalità.

Il trauma è il principale responsabile dello stress nel cane e soprattutto se questo stress diventa prolungato, avremo una cronicizzazione dello stesso e un’incapacità dell’organismo di riportare i livelli sia fisiologici che psicologici velocemente alla normalità.

Lo stress nel cane

Con la parola “stress” si intende una reazione di adattamento dell’organismo ad un cambiamento fisico o psichico.
Perciò dipende dall’individuo, secondo come lo percepisce e come decide di fronteggiarlo, se acquisisca una connotazione positiva o negativa: se l’evento viene percepito come sfida ed affrontato con competenze sociali in maniera “positiva” si parla di eustress; altrimenti se non siamo in grado di affrontarlo adeguatamente diventa di stress e può trasformarsi in situazione cronica.

I nostri cani vivono in stretta sintonia con noi e risentono del nostro umore e del nostro stato emotivo e soltanto questo sarebbe sufficiente a stressarli, ma per loro ci sono anche altri fattori scatenanti.
Il cane è sottoposto a stress ogni volta che si verifica un cambiamento ambientale, che la famiglia accoglie un nuovo membro, che si viaggia in macchina,… e anche nel cane dipende dalla percezione dell’individuo riuscire ad affrontarlo positivamente o cadere nello stress cronico.

Lo stress cronico

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Lo stress cronico comporta cambiamenti fisici nel cervello e nel corpo; compaiono ansietà, depressione, fatica, disturbi del sonno. Cominciano a funzionare male anche sostanze “messaggere” come la serotonina, la noradrenalina e la dopamina, con conseguente alterazione dei ritmi sonno-veglia, difficoltà di controllo della muscolatura dell’intestino e della vescica, diminuzione nella produzione di endorfine che regolano il senso del dolore e del piacere.

Come si comporta un cane traumatizzato?

Un cane traumatizzato ha davvero bisogno del silenzio che cura. Nella mia esperienza cani che arrivano da situazioni stressanti croniche, canili nei quali hanno sperimentato la privazione di ogni cosa, dalla libertà alla gestione degli spazi personali. Spesso infatti i cani sono chiusi in gabbie nelle quali devono convivere forzatamente con gli altri compagni, senza sperimentare dei momenti di solitudine.

Non dobbiamo dimenticare che un cane che proviene dai canili lager è continuamente sottoposto all’inquinamento ambientale proveniente da rumori di abbai, latrati provenienti dalle altre gabbie che non si interrompe mai.

Tutto ciò può proseguire anche per anni e l’organismo, le orecchie e il cervello si abituano ad essere continuamente sovraesposti in questo vociferare continuo.

Il silenzio che cura

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Ha bisogno di molte cose, soprattutto appena uscito da uno di questi posti, ha necessità di essere sottoposto ad uno screening medico in modo da poter valutare le condizioni di salute.

Dopo d’ essersi presi cura della sua salute, bisogna iniziare a pensare al suo benessere psicologico e al suo reinserimento nella società per poter diventare un cane adottabile.

Nella mia esperienza, ciò che soprattutto nei primi tempi aiuta il cane ad abbassare il livello cronico di stress e a liberare tutte le tossine mentali accumulate è il silenzio che cura. Il cane deve esser ospitato in un posto silenzioso, a contatto con la natura che probabilmente non avrà mai visto, e dovrà aver la possibilità di riposare più tempo possibile in un posto nel quale possa non venir disturbato dagli altri . Se il cane in questo periodo non vorrà avere troppi contatti, questo andrà rispettato e non forzato nell’essere accarezzato.

Il silenzio che cura, cura anche l’anima molto più velocemente di qualsiasi altra cosa e, come si fa con i cuccioli che hanno appena aperto le orecchie nella fase di transizione, i rumori esterni andranno dosati, cosi pure la nostra voce.

Io penso che la pazienza aiuti ad ottenere dei risultati duraturi e soprattutto con cani che hanno subito dei traumi gravi, questa sia davvero d’obbligo assieme a riuscire a capire il loro linguaggio corporeo.

 

Fedra Dirani

-author-

 

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